Si può gamificare la formazione?
Possiamo rendere la formazione coinvolgente, sfidante e motivante? Si, basta sapere come fare!
Vi è mai capitato di vedere il video Bottle Bank Arcade? Si tratta di un esperimento che aveva l’obiettivo di verificare se sfida e divertimento avrebbero impattato sulla raccolta differenziata. Gli abitanti di Stoccolma, quel giorno, passando vicino alla stazione, sono stati richiamati da un bidone per la raccolta del vetro, che emetteva luci e suoni. Ogni bottiglia inserita faceva accumulare punti e risate. Da quel momento, il bidone è stato usato per circa cento volte al giorno, contro le due di tutti gli altri bidoni “normali”, ubicati nelle vicinanze.
Questo, e molti altri esperimenti sociali, hanno ormai dimostrato che sfida e divertimento hanno effettivamente il potere di cambiare i nostri comportamenti velocemente. È una scoperta importante, perché può fornire diversi spunti per rendere la formazione e lo sviluppo delle performance ancor più coinvolgente, in grado di produrre risultati di cambiamento.
Ma come si fa a gamificare la formazione? Non è semplice come sembra, poiché far divertire le persone ai corsi non è sufficiente e il rischio di banalizzare l’intero processo è molto alto.
Gamificare la formazione significa trasferire alcune dinamiche del gioco all’interno del processo formativo, in modo tale da stimolare il partecipante a superare i propri limiti, apprendendo così nuove tecniche, strategie e comportamenti. Affinché questo avvenga, però, è necessario innovare il modo stesso in cui si erogano i contenuti formativi.
Facciamo un esempio sulla formazione d’aula. Supponiamo di voler organizzare un corso con l’obiettivo di coinvolgere i partecipanti attraverso le dinamiche del gioco. Per prima cosa, iniziamo con l’organizzare i partecipanti in gruppi e ciascun gruppo con una propria isola di lavoro. Quindi, sostituiamo le lunghe e noiose didattiche con cartelloni colorati creati direttamente dai partecipanti. Trasformiamo le esercitazioni in sfide a tempo: i gruppi vincitori accumulano punti per ottenere premi finali e contenuti extra. In ultimo, mettiamo a disposizione una semplice App in cui i partecipanti possono consultare la leaderboard (per monitorare i gruppi in testa alla classifica), i punti accumulati, le competenze acquisite e i badge conquistati. Nella App carichiamo anche tutti i materiali del corso a disposizione per la consultazione e l’utilizzo (manuali, strumenti, ecc.), e un forum dove confrontarsi e condividere gli apprendimenti fatti.
Questo è solo uno dei tanti possibili esempi di gamification all’interno della formazione d’aula. Ma è soprattutto nella formazione online che si hanno gli esempi più classici di gamification. L’elearning, infatti, si presta molto per applicare le logiche della gamification; sfida, competizione, divertimento, problem solving, superamento di ostacoli e molte altre dinamiche tipiche. La gamification quindi non si riduce solo alla famosa triade PBL (Punti, Badge, Leaderboard), ma riguarda tutto il sistema che andiamo a progettare, ed è questo che potrà rendere molto coinvolgente il nostro percorso formativo.
Alcuni guardano con timore questo processo che si sta diffondendo in tanti contesti della nostra vita quotidiana, poiché pensano che possa costituire una forma evoluta di manipolazione. In effetti, è un rischio!
La gamification è uno strumento: il suo utilizzo, più o meno corretto, dipende dalle intenzioni con le quali viene usato! Ecco perché è fondamentale, prima di gamificare un percorso o un processo in azienda, dedicare tempo a capire quali risultati si desidera ottenere. Solo un’analisi attenta delle intenzioni può garantire un’ottima formazione gamificata e soprattutto etica!