Le slide nelle presentazioni: Bastone o Faro?
Mi è capitato in questi mesi di partecipare a diversi convegni e workshop. Nonostante fossi motivata e gli argomenti utili al mio lavoro, ho trovato molte presentazioni di una noia mortale.
Terminati gli applausi di benvenuto, ogni volta che un nuovo speaker saliva sul palco, venivo rapita dalle battute o dalle ottime aperture che ciascuno di loro faceva. Tutti bravissimi oratori: inizialmente simpatici, con un buon linguaggio del corpo, padronanza della scena, sicurezza in sé e scioltezza comunicativa. Dopo pochi minuti, però, entrati nel vivo del discorso, l’entusiasmo reciproco iniziava a calare: loro, ad essere meno coinvolgenti; e io sempre più distratta.
Mi sono chiesta il motivo di questo calo energetico e mi è stato subito evidente che la colpa fosse delle slide! Erano davvero poco coinvolgenti: piene di testo scritto in piccoli caratteri, parole in giallo poco leggibili, sfondi pesanti, immagini quasi inesistenti e schematizzazioni controintuitive. Insomma, davvero poco efficaci!
Le slide possono essere per il relatore un “Bastone” oppure un “Faro”.
Quando sono un “Bastone” vengono utilizzate per “appoggiarsi”, per ricordarsi tutte le cose da dire. E per essere sicuri di non “cadere” il relatore, preparandole, inserisce quanti più contenuti possibili. Vengono lette e l’energia con la quale il presentatore comunica si abbassa notevolmente. O peggio ancora, vengono riassunte, creando difficoltà in chi ascolta, poiché non riesce a scegliere se ascoltare oppure leggere.
Quando invece sono un “Faro”, vengono utilizzate per illuminare il contenuto e rinforzare il messaggio che vogliamo trasmettere. Lo speaker parla, approfondisce e argomenta con la stessa intensità iniziale e gli ascoltatori lo seguono con attenzione, catturati dalle slide, come il suono delle sirene. Sono quindi evocative, attraenti e d’impatto! E rispettano le regole di design che soddisfano il modo in cui il nostro cervello coglie ed elabora le informazioni.
Detta così, fare slide affascinanti può sembrare complicato. In realtà è molto semplice!
Innanzitutto, il testo deve contenere solo il messaggio chiave, che deve essere sintetico e centrare il punto. Non serve scrivere tutto: bisogna riassumere e, una volta finito, sintetizzare ancora! Poi scegliamo con attenzione le immagini da abbinare a ciascuna slide, facendo in modo che a colpo d’occhio, l’ascoltatore intuisca cosa stiamo per raccontare. Si chiamano “evocative”, poiché la loro funzione è richiamare alla memoria il messaggio principale e fissarlo nei ricordi. Allo stesso tempo, le slide non devono contenere troppe informazioni: optiamo, quindi, solo per un’immagine dimensionata in modo corretto e il testo. Oppure, testo e grafico inseriti armonicamente, in modo da non occupare tutto lo spazio. Lo spazio vuoto, infatti, fa emergere e rinforza gli oggetti presenti: