La Resilienza

Non ha a che fare con la resistenza e sembra un superpotere…

La Resilienza

Non ha a che fare con la resistenza e sembra un superpotere… Di cosa è fatta? E’ una caratteristica innata oppure si può apprendere ed allenare? E soprattutto a cosa serve?

La Resilienza

Quando ci procuriamo una ferita, ci ammaliamo o subiamo un trauma, il nostro corpo attiva un processo di autoriparazione che ci porta nella maggior parte dei casi alla guarigione.  È il nostro sistema immunitario che, a seconda della gravità del trauma, attiva una risposta più o meno potente.

In ambito psicologico, avviene lo stesso processo: si chiama Resilienza, ovvero “sistema immunitario della psiche”, come la definisce Anna Oliverio Ferraris.

La resilienza è la capacità di superare le difficoltà della vita, autoriparandoci da un danno subìto. Non si tratta soltanto della capacità di resistere alle avversità.

È un processo più complesso che aiuta a dare un senso al cambiamento, rendendoci in qualche modo più forti di prima, grazie alla trasformazione dell’evento doloroso in un’esperienza di apprendimento, permettendoci così di riorganizzare positivamente la nostra vita.

Ci sono molti recenti studi sulla resilienza.

Gli studiosi si sono chiesti quale fosse l’elemento distintivo che permette ad alcuni di superare traumi decisamente importanti, rispetto ad altri che invece non ce la fanno. Hanno scoperto che la resilienza non è un talento particolare che hanno in pochi. Al contrario, si tratta piuttosto di una scelta, più o meno consapevole: quella di affrontare le avversità senza lasciarsi soccombere.

È composta da una serie di strategie (composte da azioni, comportamenti, convinzioni, sentimenti e pensieri) che possono essere apprese da chiunque e che vanno allenate e potenziate.

In sostanza, le persone resilienti sono capaci di gestire il cambiamento, focalizzando la propria attenzione su ciò che è in loro potere cambiare e accettando ciò su cui non hanno controllo.

Ma come fanno?

Secondo Steven e Sybil Wolin, sono in grado di attivare 7 differenti risorse:

L’Introspezione: l’abitudine di porre a noi stessi “domande scomode” a cui diamo risposte sincere, di accogliere e comprendere i feedback che ci arrivano dall’esterno, saper leggere i problemi per quello che sono in realtà, senza raccontarci bugie o creare degli alibi.

L’Indipendenza: stabilire dei confini sicuri, creando una giusta distanza fisica ed emotiva tra noi e le persone che ci circondano, e tra noi e il problema che ci affligge, così da mantenere una certa lucidità di pensiero.

L’Interazione: saper creare e sviluppare relazioni positive con gli altri, che siano appaganti, nutrienti e sane.

La Proattività: usare l’intraprendenza e lo spirito di iniziativa per gestire la propria vita e i propri spazi assumendone il controllo e la responsabilità.

La Creatività: ampliare la nostra visione del mondo, osservando ciò che accade da diverse angolature e trovare attraverso l’immaginazione modi nuovi e inusuali per risolvere i problemi.

L’Umorismo: riuscire a ridurre le tensioni, sdrammatizzare le situazioni, sforzandosi di vedere anche il lato comico o quello positivo.

E infine l’Etica: avere dei valori forti e radicati su cui poggiare le nostre decisioni, che ci permettono di distinguere chiaramente ciò che è giusto, da ciò che è sbagliato.

Per capire appieno il concetto di resilienza, quindi, è necessario osservare come le persone osservano, affrontano e vivono i cambiamenti.

C’è una netta differenza tra chi ha una forte resilienza e chi no!

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