Brainstorming… Sì, ma intelligente!
Le innovazioni nascono spesso da idee semplici, generate a loro volta da un brainstorming, che però deve essere efficace. Il punto di partenza? Le domande giuste!
Quando penso all’innovazione la prima cosa che mi viene in mente è il Cirque du Soleil. E’ per la capacità creativa che hanno di sviluppare incredibili spettacoli, per i modi che hanno di affascinare il pubblico, di descrivere storie con immagini, di progettare e sviluppare nuove soluzioni sceniche…
Certo è per tutto questo che mi vengono in mente… ma non solo.
Il Cirque du Soleil è nato nel 1984, e per il mondo circense era un periodo di forte declino, che negli anni 90 si era ulteriormente accentuato. Molti pensavano che il circo fosse destinato a sparire. Sempre più persone mal tolleravano le costrizioni imposte agli animali, e le performance circensi attiravano sempre meno persone.
Poi è arrivato il Cirque du Soleil è ha cambiato il mondo del circo: ha tolto elefanti, tigri, scimmie e qualsiasi altro animale. Ha aggiunto storie e metafore. Ha accentuato le maschere, i colori e le musiche. E boom! Da qualcosa che stava per sparire è diventato un fenomeno da qualche miliardo di fatturato. Con un vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza ormai difficilmente colmabile.
Ecco per me questa è innovazione: un cambiamento di paradigma; scoprire una strada mai percorsa; spostare il punto di vista su un livello diverso. L’innovazione è spesso realizzata con un’idea semplice. Pensate a chi ha aggiunto le rotelle alle valigie (l’avremmo potuta avere tutti questa idea!). Oppure chi ha messo una vela a una tavola da surf, e poi quello che ha cambiato quella vela con un paracadute….
Innovare però non è facile, per la semplice ragione che guardiamo sempre con gli stessi occhi, nella stessa direzione, dalla medesima posizione. Eppure quanta necessità c’è di innovazione! Lo sappiamo tutti, siamo nella fase storica di “chi non innova è perduto“. E’ un periodo pieno di opportunità per chi propone nuovi servizi, nuove soluzioni, nuovi prodotti. E’ anche per questo che le aziende hanno aperto le porte alla creatività. Nel centro del processo creativo c’è il brainstorming, quella tempesta di cervelli che può produrre idee geniali e soluzioni innovative.
Chi l’ha utilizzato però sa che non è così scontato. Le regole sono piuttosto semplici, ma anche quando vengono rispettate potrebbero non produrre i risultati sperati. Sessioni, magari coinvolgenti, ma che però producono idee vaghe e poco applicabili. Spesso tanti post-it colorati riempiono le pareti, con tanti propositi, ma che purtroppo anche messi assieme non origineranno mai il nuovo Cirque du Soleil e tanto meno qualche miglioramento al nostro prodotto o servizio.
Perché? Cosa non sta funzionando? Come possiamo organizzare sessioni di brainstorming più efficaci?
La soluzione sta nel mezzo di una dicotomia, apertura verso chiusura: se è troppo aperto, il nostro brainstorming produrrà soluzioni generiche e di scarsa applicabilità; se è troppo chiuso, al contrario, percorrerà sentieri già battuti e soluzioni già sperimentate. Il bilanciamento tra questi due estremi è dato dalla preparazione della sessione di brainstorming e in particolare dalle domande che lo guideranno.
La domanda ha il poter di generare mondi, di aprire porte, di suscitare scenari.
La domanda indirizza da qualche parte, crea spazi e nello stesso tempo li circonda con un perimetro.
Lo spazio è descritto dalla domanda. Ci saranno domande, che pur non suggerendoci la soluzione, indicheranno la direzione. Altre che porteranno in spazi nebbiosi e creeranno tanta confusione nella nostra testa.
E’ la domanda quindi il nucleo principale del nostro brainstorming.