Chi ha paura di parlare in pubblico?

Trasformare l’ansia in energia pulita

Chi ha paura di parlare in pubblico?

Gola secca, voce tremula, respiro affannoso. Sembra una, in realtà è il motore propulsore di qualsiasi bravo speaker. Basta sapere come trasformare l’ansia in energia pulita!

Immagina! Il tuo capo ti ha detto che settimana prossima, per la prima volta, lo dovrai sostituire in un’importante riunione del board: dovrai presentare i risultati della tua area direttamente all’amministratore delegato e ai direttori generali. Ti dice che è una grande opportunità per te: ti farai conoscere, potrai mostrare le tue capacità, addirittura forse crescere! Ma dovrai stare attento: sono perfezionisti, molto esigenti e puntigliosi. Non sarà certo una passeggiata!

Come ti sentiresti?

Proverai eccitazione per l’opportunità, forse! Ma allo stesso tempo, potresti anche nutrire preoccupazione, che tenderà ad aumentare con l’avvicinarsi dello speech. Alcuni di noi, rischiano di trasformare l’ansia in stress o addirittura in panico!

Ma perchè succede?

L’ansia di parlare davanti a persone che non conosciamo o che reputiamo importanti è molto più diffusa di quanto pensiamo. Si chiama “iglofobia” e si trova al terzo posto nella classifica delle paure più diffuse, fatta da YouGovUK. È una cosa seria, poiché, se falliamo la posta in gioco è decisamente alta: ne va della nostra reputazione, potremmo incrinare l’immagine che gli altri hanno di noi e delle nostre capacità e di conseguenza, rischieremmo di minare l’autostima e la sicurezza che negli anni abbiamo faticosamente acquisito. Ecco perché l’attività di parlare in pubblico, se non siamo abituati, fa uscire prepotentemente dalla nostra zona di comfort, rischiando di buttarci direttamente in quella di panico!

Ma cosa accade alle persone che apparentemente non hanno questo problema?

L’esempio emblematico era Steve Jobs. Quando saliva sul palco, era in grado di incantare chiunque, di qualsiasi età o preparazione culturale. Aveva una fluidità nel linguaggio e nei movimenti, che pareva stesse parlando nel salotto di casa sua. Era talmente bravo che è diventata l’icona per eccellenza del public speaking (e non solo). Pochi sanno, però, che tutto ciò che diceva, come si muoveva e cosa faceva, era stato studiato prima nei minimi dettagli. Era un perfezionista e nulla accadeva per caso!

Apprendere il public speaking è un lavoro lungo e affascinante: dobbiamo imparare a comunicare in modo diverso da quello cui siamo abituati, cambiare non solo il nostro modo di parlare, ma anche di esprimerci con il corpo.

Ma prima di tutto dobbiamo vincere le nostre paure. Ma come?

Torniamo a Steve Jobs e a tutti quelli che, come lui, hanno straordinarie capacità oratorie. Il primo ingrediente che possiamo “rubare” è la forza, l’efficacia del discorso. Per essere efficaci, dobbiamo pensare a cosa dire. Progettare un qualsiasi intervento di public speaking, significa porci prima di tutto delle domande: cosa comunicare? In che modo? A chi? E ancora: cosa vogliono sentirsi dire da me?  Perché dovrebbero ascoltarmi? E soprattutto: qual è il mio obiettivo? Cosa vogliono ottenere dal mio intervento? Avere padronanza del contenuto non basta a renderci degli oratori. E andare a braccio equivale a dire: ho avuto altre priorità che prepararmi a essere qui, oggi, per voi!

Un altro ingrediente è l’attrazione. Dobbiamo cercare di raccontare il nostro punto di vista in modo così coinvolgente da attrarre letteralmente l’ascoltatore verso la nostra idea. Dobbiamo scegliere, tra tutto ciò che conosciamo, i contenuti giusti, in grado di soddisfare il nostro obiettivo e quello di chi ci ascolta. E poi trovare il modo giusto di veicolare il messaggio: attraverso un filo logico chiaro e semplice, con storie o aneddoti interessanti, mostrando visivamente ciò di cui stiamo parlando e soprattutto mettendoci entusiasmo e passione.

Un terzo ingrediente è la leggerezza. Riuscire a parlare con fluidità e naturalezza sul palco significa un grande lavoro di preparazione. Significa ripetere il discorso talmente tante volte da considerarlo una parte di noi, del nostro essere. Ripetere registrandoci con lo smartphone, e riascoltare la modulazione della nostra voce. Ripetere davanti allo specchio e guardare cosa facciamo con il nostro corpo mentre parliamo. Ripetere davanti a un pubblico amico e chiedere di darci feedback. Ripetere, ripetere, ripetere!

Ci sono molti altri ingredienti, tecniche e strategie, per vincere lo stress e migliorare le nostre capacità: non è finita qui, naturalmente! Ma se vogliamo vincere la paura e trasformare la nostra ansia in energia verde, pulita, in grado di sostenerci durante la nostra performance, dobbiamo prima prepararci seriamente. Forse non è sufficiente per arrivare al livello di Steve, ma sicuramente ci renderà più sereni e soprattutto credibili!

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